Articolo Settimanale

LA VIA DELLA BELLEZZA

Pubblichiamo l’articolo apparso sul Settimanale della Diocesi di Como n. 10 del 05 marzo:

“La via della bellezza” è il titolo del progetto scelto dalla Commissione Arte ed Evangelizzazione per il laboratorio formativo che si è tenuto sabato 15 febbraio presso la Cattedrale di Como.

La proposta, rivolta a catechisti, insegnanti di religione e operatori pastorali, aveva come fine quello di avviare un percorso didattico-formativo da riproporre negli itinerari di catechesi e scolastici. L’accoglienza da parte dell’équipe è iniziata intorno alle ore 14:00 presso la chiesa di San Giacomo; Sua Eccellenza Mons. Oscar Cantoni, con le sue parole, ha portato luce alle nostre menti, ricordandoci il senso dell’incontro, un pomeriggio di formazione, meditazione e preghiera attraverso l’arte.

Dopo una breve introduzione di don Francesco, divisi in tre gruppi, siamo entrati in Duomo e, a turno, abbiamo osservato alcuni Compianti presenti in Cattedrale, scolpiti da Tommaso Rodari e da Angelo del Maino a cavallo tra il XV e il XVI secolo.

È stato emozionante osservare, insieme al mio gruppo, tanta bellezza; si poteva avvertire tutto il dolore e la disperazione dei personaggi, i loro volti struggenti, seppur scolpiti nel freddo marmo. La formazione è iniziata con un momento personale per osservare, prendere appunti e meditare; il tutto vissuto nel silenzio che, negli ultimi anni, è un bene che è andato perduto e spesso mette a disagio e in questo mondo frenetico può far paura.  Questo silenzio ha aiutato il nostro stato d’animo, ci ha resi più propensi ad ammirare l’arte e, con stupore, abbiamo scoperto che parla a tutti, anche ai meno esperti. La contemplazione ha richiesto un piccolo sforzo in più: le opere sono state calate nel nostro quotidiano, le nostre emozioni si sono fuse con l’emozione che essa ci ha trasmesso: cosa vediamo? Cosa proviamo di fronte ad essa? Cosa evoca del nostro vissuto? Sono domande interessanti che abbiamo imparato a porci, per scrivere le risposte ed educarci a dar voce ai nostri sentimenti.

Dopo aver ammirato le opere ci siamo seduti e abbiamo condiviso le nostre emozioni e osservazioni con la persona che si trovava al nostro fianco. Io ho avuto il piacere di confrontarmi sul Compianto della Pala della Passione del Rodari: nell’iconografia cristiana è l’immagine, dipinta o scolpita, della Madonna che tiene in grembo Cristo morto deposto dalla Croce. A noi rammentava il dolore e la perdita di persone care, perché la pietà non è solo arte, ma una triste realtà che abbraccia il quotidiano.

Al termine della condivisione personale siamo tornati nella chiesa di San Giacomo per un momento più analitico: con l’aiuto di storici e docenti dell’arte, le opere sono state collocate nel tempo e nel territorio. I nostri sguardi sono scesi in profondità e abbiamo capito cosa c’è dietro e dentro l’opera; abbiamo scoperto che l’opera non deve mai essere strumentalizzata e piegata al nostro volere, in quanto ha una storia e un proprio linguaggio artistico. Dovremmo interrogarci su quale teologia la sostiene e quale significato evangelico porta in sé: sofferenza e morte, ma la morte intesa come passaggio obbligatorio per la resurrezione; Gesù si è fatto carico di tutti i nostri peccati ed è morto in Croce per noi. Sua Madre, Maria, dilaniata nell’anima, contemplava quel Corpo inerme: l’abbiamo sentita vicina a tante situazioni del nostro vissuto. Alla fine di questo affascinante pomeriggio, alla luce della Resurrezione abbiamo cambiato prospettiva, e i Compianti, che qualche ora prima suscitavano dolore, sono diventati fonte di meditazione, consolazione e speranza, perché Gesù ha donato a tutti noi la salvezza eterna. Un grande ringraziamento va ai membri della Commissione: Alberto, Francesco, Manuela, Francesco, Mariangela e Tiziana.

Barbara Brandalise